A cura di Maurizio Dell’Agnello.
Ruggero Taddei, a cui è intestata la Casa del Popolo di Ugnano, fu uno dei protagonisti dei giorni delle Barricate di Scandicci. In qualità di amministratore del Comune di Casellina e Torri, questo rappresentante del popolo di Ugnano, venne eletto nel 1920 come consigliere comunale nella lista socialista.
Partecipò al congresso di Livorno con il Sindaco Silvio Cicianesi e aderì al Partito Comunista.
Nei giorni delle barricate fu uno dei più decisi a difendere il paese dalla minaccia delle squadre fasciste.
Ruggero aveva allora 34 anni, era già un uomo maturo, sposato civilmente, aveva due figli che non potette riconoscere, in quanto per le leggi in vigore, i figli nati in un matrimonio civile non potevano essere legittimati dallo Stato.
Nel processo che seguì i fatti delle barricate, fu assolto per insufficienza di prove, poiché nei momenti più cruenti, si trovava a presidiare la Casa del Popolo. Ma, com’è successo anche per altri scandiccesi, sarà perseguitato per tutto il ventennio fascista fino a finire al Confino di Ventotene nel 1936, l’isola nella quale furono segregate le più brillanti menti antifasciste del Paese, da Pertini, Terracini, Secchia e Scoccimarro, a Longo, Roveda e Curiel, Ravera e nella quale Altierio Spinelli e Ernesto Rossi, scrissero il famoso «Manifesto di Ventotene per l’Europa Unita».
Ruggero Taddei durante l’occupazione tedesca intensificò la sua azione clandestina, come rappresentate del partito comunista nel sottocomitato del CLN di Ugnano.